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Ambiente in Appennino: tra tutele mal poste e speculazioni



Provo a mettere insieme una serie di dati, impressioni, scambi di opinioni e spero di riuscire a "sgarbugliare" la matassa di pensieri che ho in testa.
Sono diversi anni che vivo e lavoro in Appennino, a Bardi nell'Alta Val Ceno parmense. Ora opero anche come Guida Ambientale Escursionistica della Regione Emilia-Romagna, con all'attivo almeno 800 chilometri all'anno a piedi per sentieri, boschi, laghi, vette, fiumi e torrenti, borghi abitati e abbandonati. Batto praticamente il territorio palmo a palmo, con un cammino lento che è per forza analitico.
Come si può vedere nel sito del gruppo delle guide di Val Taro e Val Ceno TREKKINGTAROCENO.IT.
Mi muovo in spazi con una densità media di 13 persone per chilometro quadrato, dove la natura è sicuramente l'elemento preponderante. Ma questo non significa che alcuni di quei pochi, anche a vantaggio degli interessi di tanti altri che qui non ci vivono, non riescano comunque a fare danni enormi quando vogliono.
Viene da chiedersi se purtroppo non siano proprio il sottosviluppo economico e l'abbandono demografico ad aver permesso alla natura di essere rigogliosa. Una maggiore densità, che sarebbe necessaria per ripopolare e far rivivere la montagna, sarebbe alle attuali condizioni sociali, culturali e politiche anche pericolosa per l'equilibrio dell'ecosistema della montagna stessa?
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