Difesa della libertà di informazione, di critica e scelta


Riporto dal quotidiano Libertà di oggi l'intervento dell'amico Ugo Locatelli, artista e formatore.


Le analisi impietose di esperti italiani e stranieri mettono in luce la grave involuzione in corso nel nostro Paese.
Un inquinamento dell’umano e la progressiva sparizione della realtà. Per cercare di sensibilizzare gli uomini di buona volontà - soprattutto quelli ancora suggestionati dal “pensiero unico”, ma anche gli oppositori che, salvo poche eccezioni, paiono confusi e pericolosamente miopi - le note che seguono considerano due delle componenti rilevanti che causano la deriva oscurantista: la prima è la disinformazione/ diseducazione crescente, la seconda è la condizione di salute del nostro Primo Ministro.



Ognuna richiederebbe - per complessità, estensione e correlazioni puntuali con quanto sta accadendo - un esame certamente più ampio di questo articolo, che intende offrire solo alcuni spunti di riflessione e di ri-cognizione, affinchè ognuno sia sollecitato a sostenere responsabilmente la libertà d’informazione, di critica e di scelta, e ogni giorno cerchi di capire e combattere le varie strategie di diseducazione che subiamo. La disinformazione è un’informazione falsa o imprecisa che viene diffusa intenzionalmente. Può essere attuata in vari modi, ad esempio: una notizia svantaggiosa può essere segnalata come “priva di fondamento” da una o più persone che - se ricoprono posizioni prestigiose - vengono automaticamente percepite da molti come “autorevoli”.

Oppure viene ignorata dai mezzi di comunicazione, sparisce e pertanto non esiste; un’altra tecnica consiste in un’ampia copertura di eventi o di temi, anche non rilevanti, per distrarre l’attenzione del popolo da problemi importanti e urgenti. Nell’informazione-spettacolo attuale i diversivi e il rumore coprono il potere persuasivo e invasivo che caratterizza gran parte dei mezzi di comunicazione. Che diventano mezzi di disinformazione e diseducazione di massa quando le reali finalità sono la costruzione e il mantenimento quotidiano del consenso, attraverso l’intrattenimento ipnotico che dissolve la realtà e la coscienza critica.
Dieci anni fa in “Psiche e techne” il filosofo Galimberti segnalava: “Se la realtà del mondo non è più discernibile dal racconto del mondo, il consenso non avviene più sulle cose, ma sulla descrizione delle cose, che ha preso il posto della loro realtà. […] Un consenso che non arriva alle cose, ma si arresta alla loro rappresentazione, in quel gioco di specchi dove il sondaggio dell’opinione pubblica è il sondaggio dell’efficienza persuasiva dei media, che prima creano l’opinione pubblica e poi sondano la loro creazione.“
Per determinare lo stato di salute di una democrazia sono fondamentali la libertà di pensiero e la sua diffusione. Nell’articolo 21 della Costituzione Italiana infatti si legge: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non puo’ essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. Per avere un’ idea della situazione in cui ci troviamo oggi basta leggere l’ultima classifica di Freedom House: l’Italia è risultato essere un paese a parziale libertà di stampa attestandosi al 73° posto nel mondo a pari merito con il Tonga; e confrontare questa analisi, validata a livello internazionale, con la dichiarazione del premier a Sky-Tg24 del 30 settembre: “La manifestazione di sabato 3 ottobre a Roma (indetta per tutelare la libertà di informazione, ndr) è una farsa assoluta: in Italia c’è una tale libertà di informazione da non poter essere confrontata con nessun altro Paese, tutte le persone lo sanno”. Un confronto esemplare per un “manuale di manipolazione delle coscienze” che dovrebbe essere oggetto di studio e di discussione nelle scuole e nelle famiglie.

Per quanto concerne invece lo stato di salute del Primo Ministro la moglie Veronica Lario ha posto all’attenzione pubblica la questione, dopo averla segnalata inutilmente in privato. Non si possono ignorare in eterno i suoi comportamenti sempre più problematici, per i quali una diagnosi specialistica e trattamenti terapeutici adeguati non sono più rinviabili. Per la sua salute e per il bene del Paese. Anche se solo una serie di esami accurati potrebbe accertare all’interno di quale quadro psicopatologico è riconducibile la sintomatologia espressa dal premier (che, tra l’altro, ha dichiarato qualche giorno fa in eurovisione di essere “il miglior Primo Ministro in 150 anni di storia d’Italia”) sembrano particolarmente calzanti alcune indicazioni che offre la letteratura scientifica sul “disturbo delirante”. Il termine delirio deriva dal latino “lira” (solco), per cui etimologicamente delirare significa “uscire dal solco”.

Gli specialisti hanno classificato i disturbi deliranti in dodici tipi, quattro dei quali danno molto da pensare:
1) “delirio di grandezza”: pone il protagonista al centro di un destino grandioso;
2) “delirio di interpretazione”: risponde al bisogno di spiegare tutto conformemente a un fondamentale sistema di significati privati;
3) “delirio di persecuzione”: tipico di chi si convince dell’esistenza di uno o più complotti ai suoi danni;
4) “delirio querulomane”: converge su un torto subìto o immaginato, innescando comportamenti che si esprimono con citazioni in giudizio e simili.

Il pericolo più grande sta nel fatto che molte persone (il 68% degli italiani secondo il sondaggio d’opinione dichiarato dal premier nel reality show di “Porta a Porta - Speciale l’Aquila” del 15 settembre) forse fuorviate dal suo continuo sorriso uniformato, non prendano sul serio Berlusconi. E’ come se, nel loro inconscio, il suo cognome fosse impresso benevolmente con uno scambio di vocali: Burlesconi.
Invece deve essere preso sul serio un premier che prosegue ed amplifica una strategia di intimidazione verso chi osa parlare fuori dal coro: non è un comico, ma un tragico inquinatore “egologico” della società civile.

In chiusura merita di essere ricordato e meditato il pensiero di Pericle (495 a. C. - 429 a. C.): una democrazia (dal greco demos “popolo” e kratos “forza, potere”) funziona se i cittadini si interessano alla cosa pubblica e vi partecipano con discussioni che devono precedere l’agire. (E così sia! ndr).

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