Pista Grezzo Gazzo e anello del Coloreti

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la mappa su OpenMap.

Il castello visto dal sentiero trasversale sotto al Coloreti
Un percorso veloce, di quelli che preferisco perché riesco a farli anche tutti i giorni d'estate dopo la chiusura dell'ufficio sfruttando la luce fino a tardi. Ma è molto bello anche d'inverno.
È costituito praticamente dalla prima metà della cosiddetta Pista del Gas (una strada costruita dall'Eni per monitorare il passaggio delle tubazioni del metano) per arrivare a 1000 metri alla partenza e arrivo di un anello in altopiano sul Monte Coloreti appena sopra Bardi, con un punto panoramico sul solo Castello veramente spettacolare.
Si parte dalla Provinciale Bardi-Groppallo e al cartello di Grezzo (venendo da Bardi) si può parcheggiare in una piccola piazzola sulla sinistra.



Il sentiero è subito indicato con i segnavia bianchi e rossi e anche da un cartello blu di quelli nuovi della Provincia. Si sale con uno strappo iniziale di 60 metri di dislivello in soli 240 metri lineari e ci si porta a una prima piacevole quota pianeggiante che durerà quasi un chilometro.
Camminando a fianco di una parete rocciosa a strapiombo sul torrente sottostante si arriva a un cancello in tubi Innocenti che serve a chiudere i pascoli dei cavalli. Da scavalcare e non aprire e comunque se lo si trovasse chiuso o aperto va lasciato come si trova. Si passa da un sentiero pianeggiante in area boschiva fino ad attraversare un ruscello che anche d'estate mantiene un minimo d'acqua. Dopo altri 100 metri di leggera salita si arriva a un bivio che è la vera partenza della pista che sarebbe verso sinistra, ma a questo punto consiglio di proseguire dritto per una variante che alleggerisce lo strappo della salita, pur aumentando la lunghezza del percorso. È un piccolo semi-anello di 800 metri attraverso i boschi che permette di diluire il dislivello da 827 a 891 metri su un percorso che se si rimanesse sulla pista sarebbe di 200 metri lineari, attraversando un ulteriore torrente all'interno del bosco stesso. La prima parte di questo semi-anello è in salita e l'ultima in leggera discesa attraverso una fitta vegetazione che arriva quasi a chiudere il sentiero, anche se dopo aver superato un tunnel di rami e cespugli che obbliga a chinarsi si riapre e rende di nuovo fitto ma libero il percorso.
A questo punto è già stato percorso più di un chilometro e mezzo e ci si ricongiunge alla pista, dove svoltando verso destra inizia la salita più impegnativa portandosi da una quota di 891 a quasi 1000 metri di altezza in poco meno di un chilometro. È qui che, tra un segnale aereo del gas (di quelli con il tettuccio arancione e i caratteri del codice cubitali) e un tubo orizzontale dell'acqua perpendicolare al sentiero principale, bisogna svoltare a destra nella vegetazione in piccolo sentiero percorribile solo a piedi e tenendo la destra a un paio di bivi che si incontrano subito si inizia l'anello del Coloreti, che porterà fino a sopra il paese di Bardi, rimanendo per 2,4 chilometri sempre a una quota attorno ai 1000 metri.
Si attraversa un bosco fitto di faggi e querciole, abbastanza pulito come sottobosco e dove è facile incontrare cinghiali e caprioli come è capitato anche durante la registrazione di questo GPX. Ovviamente sono scappati loro; come sempre accade non c'è pericolo per escursionisti e fungaioli perché l'importante è non far sentire braccati con le "spalle al muro" questi animali costringendoli ad attaccare come accade spesso con i cacciatori.
Quando il sentiero inizia a scendere dopo circa un chilometro fare attenzione ai segnali bianchi e rossi, blu e anche bianchi della via degli Abati che si trovano a un bivio che porta a risalire alla propria sinistra. Proseguendo infatti si arriverebbe a Bardi attraverso il bellissimo paese fantasma dei Boioni che si trova poco sotto. Svoltando invece si subentra nel sentiero 803 che riporterà al punto iniziale dell'anello, girando attorno alla punta dolce del monte Coloreti. Ma subito si percorre un tratto che passa parallelo al paese di Bardi e da cui è possibile vedere il Castello magicamente isolato visivamente dal resto del centro abitato che rimane coperto dal promontorio dei Boioni. Sullo sfondo ovviamente si vede il Pizzo d'Oca e la Val Noveglia.
A fine anello si incontrano sul sentiero una serie di vasconi di acqua stagnante, sempre presente tutto l'anno anche in periodi di siccità causati dall'erosione dei trattori in un tratto pianeggiante senza canalizzazioni di scarico possibili. Si possono aggirare inoltrandosi nel sottobosco alla propria sinistra, tagliando in diagonale verso sud-ovest per 50 metri e ritornando comunque alla pista del gas dove inizia la discesa di ritorno.
Sono già stati percorsi 5 chilometri e con altri 2, senza altre deviazioni stavolta, si ritorna al punto di partenza.


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