Sette milioni di italiani festeggiano l’anno europeo del volontariato

LA CITTADINANZA ATTIVA: CRESCE IL FENOMENO, SONO CENTO MILIONI I VOLONTARI IN EUROPA
di Ugo Locatelli, artista e formatore

Nella classifica per la spesa pubblica in istruzione e formazione dei ventisette Paesi europei il nostro è sceso al diciannovesimo posto (“Il Sole 24 Ore”, 20.6.2010).
Un’emorragia devastante del sapere che peggiora se si analizza l’articolazione e la qualità della spesa, e se si considera un altro dato grave: siamo al ventiquattresimo posto (precediamo solo Lituania, Bulgaria, Romania) per l’esborso in cultura delle famiglie. 
Come ha potuto verificarsi questo disastro pur sapendo - a destra e a “manca”- che la conoscenza nutre la mente e ci rende esseri umani? Forse perché un sapere sempre più dequalificato e acritico è determinante per strumentalizzare la mentalità corrente, per manipolare le coscienze, per gestire e sviluppare gli interessi di potere?
Purtroppo un numero rilevante di cittadini non si accorge che,come rileva il Censis nel recente rapporto annuale,“I nostri riferimenti alti e nobili si sono appiattiti”; e continua a condividere schemi mentali ristretti, arroganza, pericolosi preconcetti, “legittimi impedimenti”, comportamenti triviali, provincialismo culturale, mescolanza fra Cosa Pubblica e avanspettacolo; e vede la realtà solo attraverso il prisma deformante della natura umana inferiore: un prisma attivato giorno dopo giorno, anno dopo anno, con un condizionamento oscuro, invasivo e sofisticato, spesso subliminale, le cui facce sono la stupidità, l’abitudine, l’ignoranza, la paura, il servilismo. 
La stupidità, intesa come “limitazione nella capacità di giudizio e nei processi ideativi” (U. Galimberti,“ Psicologia”), e nel pensiero di L. Longanesi “Uno stupido è uno stupido. Due stupidi sono due stupidi. Diecimila stupidi sono una forza storica”; l’abitudine, come modo passivo e stereotipato di abitare il mondo; l’ignoranza, come desiderio rassicurante, cosciente o rimosso, di non sapere ciò che può far nascere dubbi; la paura, come rifiuto di uscire dal recinto confortante dei pregiudizi, delle opinioni dominanti, del conformismo; il servilismo come tendenza a sottomettersi a persone più potenti per timore o per opportunismo, rinunciando alle proprie convinzioni e soffocando la propria personalità. 
Potremmo continuare ad assumere giudizi preconfezionati, dosi massicce di disinformazione,accontentarci di promesse-slogan non mantenute e di spiegazioni semplicistiche, accettare messinscene quotidiane;oppure cercare di sciogliere un po’alla volta lacci e lacciuoli per uscire da schemi che non riconosciamo nostri, nella convinzione che un pensiero più libero può contribuire non solo a smuovere il Paese, ma anche ad essere persone migliori. 
Con un’attenzione continua, perché sullo sfondo c’è un problema - complesso e difficile - come scrive G. Livraghi (“Il potere della stupidità”):“In realtà luci e ombre si mescolano continuamente in un tortuoso, turbolento e mutevole intrico di contraddizioni e contaminazioni (spesso create ad hoc, ndr), in cui non è facile distinguere i percorsi della chiarezza dai labirinti della confusione”. 
Come un faro nella notte e in controtendenza con l’astensione diffusa delle coscienze il nuovo anno ci viene in aiuto segnalandoci l’opposto, l’estensione della consapevolezza individuale e sociale: sette milioni di italiani (cento milioni in Europa) si preparanoa festeggiare l’anno europeo del volontariato – una delle dimensioni fondamentali della cittadinanza attiva e della democrazia - con centinaia di eventi, attività di sensibilizzazione e formazione, campagne educative,incontri con politici e cittadini,creazione di documentari, progetti e sinergie sia a livello nazionale che comunitario. 
I dati evidenziano un incremento del fenomeno e, recentemente, anche della propensione al volontariato individuale più che nell’ambito di organizzazioni formalizzate. 
Volontario è la persona che, adempiuti i doveri di ogni cittadino, mette a disposizione il proprio tempo e le proprie capacità per gli altri, per la comunità di appartenenza o per l’umanità intera, con altruismo disinteressato. Cerca concretamente di “praticare la gentilezza”(attività umana essenziale secondo Tenzin Gyatso, il Dalai Lama tibetano premio Nobel per la pace nel 1989). Opera in 
modo libero e gratuito, promuovendo risposte costruttive ai bisogni dei destinatari o contribuendo alla realizzazione e al miglioramento dei beni comuni: la salute, l’istruzione e l’educazione permanente, la cultura e i beni artistici, l’ambiente, la sicurezza e la protezione sociale, la vivibilità urbana, la qualità dei servizi pubblici. Beni continuamente minacciati da carenze gestionali, inadeguatezza di risorse, incuria, corruzione, miopia strategica. 
L’augurio è che questa straordinaria umanità porti luce nella “selva oscura” in cui ci troviamo, che riaccenda un senso di responsabilità etica, che promuova il risveglio di coscienze distratte e indifferenti. 
Prima che la stupidità, l’abitudine, l’ignoranza,la paura, il servilismo diventino destino.


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