Mediaset e la lezione da Corea del Nord


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Ho resistito e ho voluto vedere fino a dove voleva arrivare il servizio su Bettino Craxi di domenica 4 gennaio.

Mi ci sono imbattuto per caso in piena convulsione da zapping, dopo una bella giornata passata con i miei figli in un febbrile lavoro di redazione per il loro libro (trema Nicola... "I custodi delle rune" ci fa una pippa).
La stanchezza mi ha tradito e quando su Canale 5 ho visto iniziare il documentario su Craxi mi sono detto: "Vediamo cosa sono in grado di sparare stavolta".
E' effettivamente preoccupante che un integralista della storia come me, un vero rompiballe incazzoso in questo senso, si stia quasi assuefacendo al revisionismo imperante. Ma c'è anche la curiosità ingenua di vedere "l'arte dell'artifizio" fino a dove può arrivare anche per potersi chiedere "perché lo stanno facendo" e soprattutto "con quale obiettivo".
Devo ammettere però che non ero pronto a tanto. Sono un "pischello" e la storia,
quella ancora da riscrivere da capo, mi travolgerà!
E io fesso che non sapevo che Pinochet era caduto grazie a lui, che scatenò da solo la Primavera di Praga, che fu tutto suo il merito del disarmo dell'Unione Sovietica e che Blair non è altro che un suo allievo di second'ordine (non diteglielo però, non si sa mai... sapete come sono gli inglesi...).
Ignorante e cocciuto come sono, pur essendo presente e lucido durante il fulgido regno di Re Bettino, non ho voluto rendermi conto e tenere memoria che anche Solidarnosc deve tutto a lui, che ha fatto nascere l'Europa unita, oltre ovviamente a far cadere il muro di Berlino.
Ovviamente va premesso che in Italia, come tutti sanno (!) hanno governato per cinquant'anni i comunisti e non la DC che dagli anni '60 ha poi governato indissolubilmente con i socialisti. Per fortuna ho scoperto che negli anni '80 (e solo allora) è arrivato Craxi a salvarci.
Anzi! Salvarci è poco!
Ora che sono
"nuovamente informato", vorrei trovare quel porco che ha messo su Youtube le varie sfuriate del Presidente Pertini con Craxi, perché non possono essere vere: il documentario è stato chiarissimo e solo uno sprovveduto potrebbe non sapere quanta stima e amicizia ci fosse tra i due.
Ricordatevi poi amici, che la lotta al terrorismo la si fa in modi diversi a seconda di chi... si è. Se ti chiami Craxi e negli anni '70 e '80 sei stato contro alla linea della fermezza con le Brigate Rosse allora va bene, anche quando fai scappare il terrorista palestinese Abu Abbas e lo riconsegni nelle mani di Saddam Hussein. Io smemorato ricordavo una crisi diplomatica con gli Stati Uniti senza precedenti e invece devo ringraziare chi mi ha fatto ricordare che andò tutto per il verso giusto e nessuno si arrabbiò.
Devo ancora capire chi è quel sovversivo che in tutti questi anni mi ha riempito la testa con i nomi dei conti bancari
personali, oltre a quelli di partito, che teneva all'estero e poi perché ho in testa un'immagine ricorrente di Craxi e Berlusconi praticamente indissolubili. E già, perché nel documentario non ce n'è traccia, neanche per un secondo; volete che si siano sbagliati? Noooo! Anche perché Berlusconi scese in campo nel '94 dicendo proprio "Io sono mani pulite e basta con questi partiti che rubano", perché lui poverino fu costretto a dargli 21 miliardi per bloccare le sentenze su Fininvest e per fare la legge televisiva che calzava giusto giusto come un calzino (tranquilli, anche di queste inezie nel documentario non se ne parla).
Quando si parla di uno statista bisogna parlare delle sue imprese che hanno lasciato il segno come il grande benessere che ci ha dato, perché scendere in inutili dettagli come la quasi
triplicazione del debito pubblico che stiamo ancora pagando adesso. Per non parlare di come possiamo essere meschini quando pensiamo che possa essere interessante parlare di come con uno stipendio da parlamentare potesse comprare appartamenti e ville in tutto il mondo, un jet personale, una rete televisiva intera per la propria amante, un hotel a Roma, ecc... Chi ha "organizzato" il bel documentario infatti non ha ritenuto di doverne parlare.
Non vorrete ritirare fuori la storia delle tangenti. Tanto "lo facevano tutti" e poi c'era l'immunità parlamentare per "proteggere uno statista di grande rilievo e permettergli di proseguire nell'adempimento dei suoi gravosi compiti".
Perché poi lui non era latitante e pregiudicato ma... in esilio. Per sfuggire a una magistratura politicizzata (tutta insieme... sì...), cosa ben diversa da quando mise il giudice Squillante (detto "ammazzasentenze" e stranamente ritornato ultimamente in auge... che strano...) a fare il consulente della sua Presidenza del Consiglio e anche all'ufficio istruzione e a capo dell'Ufficio del GIP di Roma, dove si decideva sul rinvio a giudizio e sulle sentenze riguardanti i politici. La casualità si è accanita e vorrebbe sporcare
la splendida agiografia, ma non temete perché per fortuna del fatto che con quel sistema nessun socialista fu mai inquisito non è stato necessario parlare.
Anche perché sarebbe poi stato necessario parlare (e non sarebbe stato carino) di tutti quelli che si sono messi d'accordo dopo, mentre lui era "esule", per
confessare addirittura 50 miliardi delle vecchie lire in tangenti personali oltre a quelle versate ai partiti. Che complotto! Sono persino andati in carcere pur di sputtanarlo. Valli a capire...
Quei voltagabbana irriconoscenti degli italiani (ben il 14% di loro lo aveva votato... un suffragio!) gli andarono a tirare invece le monetine all'Hotel Raphael di Roma. Disse Travaglio, che è comunista nonostante sia allievo di Montanelli, che le monetine e le banconote tirate erano false, altrimenti si sarebbe prese anche quelle...
Ma non preoccupatevi. State sereni!
Le immagini finali del documentario, fatto tutto di volanti della finanza, processi, manette e altri immagini raccapriccianti non sono commentate dall'impetuosa voce narrante. Perché farlo? Tanto tutto è chiaro no?
Devo adeguarmi. E' ormai venuta l'ora.
Se Licio Gelli fa una trasmissione perché Mediaset non può santificare i suo protettori in paradiso? Devo togliermi quell'amaro disprezzo, fatto di inutile e anti-storico rancore, che ho verso chi ha distrutto il più antico e grande partito italiano e mettere i socialisti che hanno fatto la storia nel giusto ordine, dimenticando tutte quelle fanfaronate su quelli che hanno perso la vita, sono stati torturati e perseguitati per i loro noiosi ideali di giustizia, eguaglianza e libertà. Se proprio voglio fare mio qualche importante concetto del documentario devo ricordarmi, d'ora in avanti, che in Italia socialismo e liberismo miravano agli stessi fulgidi obiettivi (sono la stessa cosa no? Basta fare un po' di fumo sul liberalsocialismo di Gobetti e la frittata è fatta!). E poi devo togliermi dalla testa tutte quelle minchiate sulla Resistenza.
Anzi, se proprio devo avercela con qualcuno per questo, è giusto sfogare il mio rancore verso quelli che il documentario mi ha indicato chiaramente come i colpevoli della fine del Partito Socialista.
Siete in grado di immaginare chi sono? Un po' di fantasia dai!....

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