E' Berlusconi stesso la ''gaffe'' che non aiuta l'Italia


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L'opinione di Ferrara riportata da Ettore P.Bongiorni non trova come al solito nessun riscontro. Soprattutto all'estero.

L'opinione dal titolo "Obama bello e abbronzato. Ma a volte le gaffe di Berlusconi hanno aiutato l'Italia" che emergerebbe "In un editoriale di Giuliano Ferrara su Panorama..." dove secondo il mio collega "emerge una tesi interessante", non è riscontrabile neanche nella minima traccia della stampa estera.
Al di là di diversi gloriosi blog nazionali sono costretto dall'immensa povertà dell'addomesticata informazione italiana ad andare a caccia di notizie nei siti delle testate estere, per capire qualcosa di quello che accade per assurdo proprio in Italia. Me ne leggo ogni giorno parecchi e trovo anche vere e proprie inchieste, molto approfondite. Per ogni paese ho selezionato la testata più conservatrice e quella più progressista, anche se le differenze sono più difficili da cogliere rispetto al nostro paese e comunque non sono sicuramente riconducibili per proprietà o partecipazione a leader di coalizioni come accade da noi. Solo in Francia una testata scandalistica pare sia molto legata al Presidente, ma al momento si è limitata a ritoccare pancette e borse sotto gli occhi.
Noti sono gli editoriali dell'Economist (che non si può certo definire "comunista") oltre alla famosa copertina "Perché Silvio Berlusconi è inadatto a governare l'Italia" e una lunga serie di articoli non certo lusinghieri. Economist fu molto duro anche su alcune scelte economiche del governo Prodi (senza arrivare a un titolo perentorio e definitivo come quello appena citato) ma la reazione fu certo meno imbarazzante di quella del solito Berlusconi.
La battuta su Obama, si aggiunge nella memoria collettiva all'estero all'uscita sul parlamentare tedesco definito "Kapò", anche se solo gli italiani hanno potuto leggere fino in fondo sulla faccia di Fini la voglia di avere un badile per scavare un tunnel sotterraneo e sparire. Negli articoli a commento sull'uscita "dell'abbronzato" di Berlusconi viene sempre richiamato il precedente, oltre a una serie di episodietti che presi da soli sarebbero davvero forse simpatici, ma che nella somma fanno uscire un quadro preciso: quello dell'italiano furbetto, che è sceso in politica solo per proteggersi dai suoi gravi e reali problemi giudiziari e che fedele alla sua origine da imbonitore televisivo non può resistere alla sua stessa volgarità e cafoneria. Questo è il ritratto che esce sempre, con veri accenti di stizza e fastidio, sia da destra che da sinistra.
Articoli che anche lontanamente sostengano o facciano pensare alla tesi di Ferrara proprio non ne ho trovati.
Riporto quindi solo l'ultimo degli articoli che ho letto, dal sito del Guardian e tradotto sul sito "italiadallestero.info", del giornalista David Gow.

"Gordon Brown ha salvato il mondo, Angela Merkel ha salvato il suo budget federale, Jose Manuel Barroso ha salvato la sua carica per un secondo mandato - e Nicolas Sarkozy ha salvato l’Europa. Adesso, mentre un anno orribile sta giungendo al termine fra ancora più terribili previsioni per l’Unione Europea, si fa avanti Silvio Berlusconi.
Ha salvato
David Beckham dall’oscurità di Los Angeles aiutandolo ad ottenere un prestito di 10 settimane alla sua squadra di calcio, l’AC Milan - garantendogli accordi con sponsor molto lucrativi e apparizioni su diversi canali televisivi gestiti dal suo impero Mediaset. Avendo compiuto la missione, e’ ora deciso a tutti i costi a salvare l’Italia e, come Gordon, il pianeta.
Il primo gennaio, il giorno in cui Sarko non sarà più ufficialmente il presidente europeo, l’italiano presidente del consiglio (in italiano nel testo, N.d.T.) assumerà il controllo come presidente del G8 e, con
illusioni di grandezza da togliere il respiro, è già impegnato a organizzare un vertice fra Barack Obama e il russo Dmitri Medvedev.
Entro marzo, quando l’economia europea sarà probabilmente un disastro, Berlusconi prevede un vertice dei G14 - un’idea originariamente di Sarko per coinvolgere le economie emergenti - sulla
“dimensione umana” della crisi finanziaria.
Presumibilmente
questo è linguaggio diplomatico che significa crescente debito personale, povertà, disoccupazione, disperazione e tutti e tutto ciò che di solito si associa alla tetraggine invernale di quella che è, potenzialmente, la recessione peggiore dalla seconda guerra mondiale. Specialmente nel suo paese, che è in recessione da due quadrimestri, che affronta un esorbitante aumento della disoccupazione, che vede il produttore di auto Fiat cercare un partner che lo rilevi per uscire dal suo tormento e, che senza l’euro e la Banca Centrale Europea che lui tanto disprezza, sarebbe in bancarotta.
Berlusconi, che ha un capitale personale di circa dieci miliardi di dollari, e che è un
architetto di riforme giudiziarie in serie per permettersi l’immunità dalla giustizia, è il leader politico che ha chiamato Obama “abbronzato” e che ha paragonato un deputato tedesco a una guardia di un lager nazista (Kapo).
Il suo contributo al programma europeo di ripresa - un pacchetto-stimolo del valore di 200 miliardi di euro che equivale all’1,5% del prodotto interno lordo - sembra consistere in
tagli alle tasse dei suoi sostenitori politici nelle piccole imprese e in sanzioni ridotte per evasori fiscali - equivalenti all’1% del prodotto interno lordo, secondo i politici italiani di opposizione. Il pacchetto è cosi’ irrisorio che la maggior parte degli analisti crede che possa perfino essere una riduzione delle spese.
Adesso il
settantaduenne playboy del mondo occidentale vuole diventare il presidente italiano, succedendo all’ex-comunista e leader Giorgio Napolitano, un uomo di grande integrità, dopo il 2013. Presumibilmente per la vita, alla Mugabee, e, per perpetua immunita’ contro le azioni giudiziarie, alla Chirac.
Questa è, in tutta serieta’, la persona che, per la rotazione, sarà presidente del G8 l’anno prossimo, quando è possibile che ci sarà un bagno di sangue economico in tutto il mondo.
E’ ora di finirla con questo stupido processo e, come previsto per l’Unione Europea sotto il Trattato di Lisbona ora in stallo, di scegliere un presidente di genuina statura e capacità di visione per dirigere questo organismo per il lungo periodo. E specialmente dato che siamo tutti d’accordo che, come il Consiglio di Sicurezza Europeo e l’IMF/Banca Mondiale, dovrebbe essere permanentemente riformato per includere la Cina, l’India e le restanti economie emergenti.
E’ già abbastanza grave che l’eurotossico Vaclav Klaus, il presidente ceco, diventi capo nominale dell’Unione Europea il primo gennaio (Ok, il suo primo ministro presiederà’ gli incontri). Questa rubrica preferirebbe vedere Sarko realizzare le sue ambizioni di diventare presidente a lungo termine dell’eurogruppo e leader de facto dopo il suo successo iperattivo nel dirigere l’Unione Europea per gli ultimi sei mesi.
Forse potrebbe farsi carico anche del G8/G14 per il resto della sua permanenza in carica all’Eliseo - certo di essere prolungato dopo il 2012 per ulteriori cinque anni secondo il modello corrente. O datela a Tony Blair.
A chiunque tranne che all’inadatto Berlusconi, il presidente indiscusso di Tangentopoli 2 (in italiano nel testo, N.d.T.), o città della corruzione, quello che il suo paese nativo e’ nuovamente diventato."

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