Caberra - Rondinara e ritorno (Val Dorbora)


La scaletta da cui inizia
il sentiero vero e proprio
Un itinerario defatigante, dopo un'infilata di strapazzi fisici eccessivi per un quasi quarantenne: partita al torneo di calcetto il venerdì, breve escursione Baita di Noveglia - Boschi di Gravago il sabato pomeriggio e immediatamente dopo la tradizionale partita di calcio annuale Rugarlo - Casanova dove, giocando anche quest'anno nel Rugarlo per adozione empatica, abbiamo vinto 7-4. Bella partita.



L'itinerario proposto è infatti quasi pianeggiante: stiamo parlando di dislivelli per 220 metri in 5,36 km di percorso, tra andata e ritorno, comprese salite e discese. Per capirci basta dire che il punto di partenza è a 657 metri e quello di arrivo a 621, con leggeri saliscendi di cui nessuno impegnativo.


Ecco i link utili generati in automatico dal diario di Trailrunner:


Il sentiero è l'807. È pulito in tutti i suoi punti e dotato di segnavia bianchi-rossi e blu, anche se andrebbero risegnati perché sono quasi tutti ormai completamente cancellati. Ci sono anche un paio di errori di segnature sui bivi, ma mi ripropongo di sistemarli se avrò la possibilità di risegnarli come ho chiesto autorizzazione di poter fare.
Rondinara: la chiesetta nel bosco
È un percorso di tipo STORICO. Perché si va a ripercorrere il sentiero di collegamento tra il Monastero di Caberra e la grotta della Rondinara (e relativa cappella devozionale). Luoghi della devozione della "venerabile Margherita Antoniazzi" detta la "Devota della Costa". Il tutto incentrato attorno alla peste del 1524. Consiglio di approfondire la vicenda nell'apposito sito dedicato visibile cliccando qui.
In automobile dalla provinciale Bardi-Bedonia SP359, oltrepassato l'abitato di Vischeto di Là, si svolta a destra seguendo le indicazioni Pietra Cervara, Costageminiana, ecc... Arrivati a Caberra dopo meno di 3 km. parcheggiare. Consiglio una visita all'area della chiesa, oratorio e monastero prima di partire. Passando tra il piccolo complesso religioso e l'abitato di Caberra si inizia la discesa lungo il sentiero in ghiaia largo e carrozzabile indicato come strada per Molino Ceno. Dopo 800 metri alla destra parte, ben indicato dal cartello metallico, il sentiero vero e proprio con una piccola scalinata in legno e addirittura un artigianale corrimano.
Il belvedere attrezzato dietro
alla chiesetta di Rondinara
Si inizia un piacevole e profumatissimo percorso tra querciole, ginepri e una grande quantità di felci. Battuto e visibile si snoda tra diversi spuntoni rocciosi di ofiolite verde, per scendere e risalire in modo deciso solo in prossimità di un piccolo rio che scende proprio da una di queste emergenze, il sovrastante Poggio Castela. Facile orientarsi seguendo i segnali, occorre prestare attenzione solo a un bivio a circa 200 metri dalla fine, quindi dopo circa 2,2 Km di percorso, dove occorre svoltare a sinistra abbandonando il percorso apparentemente principale in occasione di un segnavia posto su un tronco che divide i due sentieri senza chiarire la direzione, dato che non è immediatamente individuabile un secondo segnale. In ossequio alla legge di Murphy la mia possibilità di errore del 50% si è ovviamente tramutata in 100% e dopo aver percorso un centinaio di metri sbagliati ho dovuto fare dietrofront. Anche se semicancellati i segnali comunque sono lungo tutto il percorso e se non li trovate più insospettivi e cercateli.
Si arriva quindi, dopo uno strano incontro con un bagno di lamiera che sembra sperduto nel bosco, a uno spiazzo con aree attrezzate per ballo, distribuzione cibo, ecc... dato che ogni anno alla Rondinara si tiene una festa attorno ai primi di luglio. Il bosco è in parte a pineta. E sul fondo si trova una cappelletta in perfette condizioni e uno spiazzo con panchine e staccionate in legno che circondano il belvedere.
La grotta
Alla sinistra della cappella si trova un cartello in pietra che indica una discesa verso "la grotta", quella in cui si ritirò la devota già appestata per "PRECI E PENITENZE QUI ELEVO' MARGHERITA PERCHÈ CESSASSE LA PESTE - 1524", come recita la targa apposta sulla piccola grotta alla base del dirupo roccioso, a cui si arriva attraverso un breve e ripido sentiero dotato di scalini e grossi corrimano in legno.
Ho dato un'occhiata all'interno ed effettivamente la grotta, nonostante l'ingresso basso e stretto, al suo interno è "abitabile".
Rientro lungo lo stesso percorso, quindi non ho fatto un anello stavolta. Un percorso facile, adatto a tutti, come dicevo all'inizio. Da fare e da vedere.


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